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Siamo tutti usciti da Delitto e Castigo, anche quando non lo sappiamo (soprattutto quando non lo sappiamo)

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Immagina una linea . Non necessariamente una cosa precisissima, tracciata a mano andrà benissimo. Se la corre, più o meno lineare, sul suo foglio di carta, finché a un certo punto la mina non si spezza. Punto. Inciampo. Magari il foglio non si strappa, magari rimane solo un segno. Però lo vedi. Per quanto tu possa provare a ripartire esattamente dove ti sei interrotto, lo vedrai sempre. Dopo magari ti troverai a calcare di più, a cercare più sicurezza. Un tratto più spesso. Non importa: si vede. Mi sembra di essere un po' quel foglio di carta, che mentre la matita corre ancora non lo sa: c'è un prima e c'è un dopo , e questo è quanto ho da dire su Delitto e Castigo . Poi ovviamente cercherò di dare forma al pensiero in maniera un pochino più elaborata, certo, ma tutto nasce così: il lettore che eri prima — ma non solo —, la persona che eri prima, e quello che sei dopo. Perché delitto e castigo è una storia di scissioni a talmente tanti livelli che finisce pe...

L'alba sulla mietitura: operazione nostalgia o ritorno di fiamma?

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L'alba sulla mietitura, Suzanne Collins  03/25 Ci sono due Martina che hanno letto L'alba sulla mietitura : una è quella che nel 2012 si è fatta arrivare i libri in inglese — non era così facile trovarli in italiano — e se ne è innamorata. Di quell'amore un po' geloso , prima dei film, prima del grande botto, che somiglia alla sensazione di aver scoperto un segreto e alla tentazione di tornare a sbirciarlo di tanto in tanto. Hunger Games è stata la prima, tra le mie ossessioni libresche, che non ha comportato frequenti riletture o intere frasi sapute a memoria, che ha chiamato a una sorta di cautela . Forse perché era così esplosivo e imprevedibile che l'effetto "prima volta" era irripetibile, forse perché nel momento in cui è diventato "di tutti" ho voluto proteggere quanto di mio ci avevo trovato dentro (Katniss non è per tutti, e l'odio immeritato che riceve ne è una prova, e non comincio nemmeno a parlare di Gale). Non a ca...

La Memoria della cenere: il tempo della distanza

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🇫🇷 • La memoria della cenere , Chiara Marchelli Editore NN 03/2025 La memoria della cenere è uno romanzo del 2019 . Sono andata a verificarlo perché tra le sue pagine ho trovato qualcosa che istintivamente ci è (diventato) molto famigliare: l’intimità forzata da una situazione di emergenza, la tensione centripeta – barricarsi, chiudere le fessure, difendersi – che costringe a una impossibile tregua con quella centrifuga – gli irrisolti famigliari, l’allocazione della colpa, il mutare degli equilibri. L’avremmo conosciuta più o meno tutti un anno dopo, e avevo quasi l’idea che Marchelli si fosse ispirata a questa dinamica per covare la sua esplosione sottocutanea. E invece no, anche se il biennio 2020-2021 dà a ciascuno di noi (anche a chi non si è mai trovato in mezzo a un’eruzione vulcanica) gli strumenti per sentirsi visto nelle parole di Chiara Marchelli. Una particolare rifrazione del tempo , la sua sovrapposizione con la memoria , la tensione trattenuta data...

Intermezzo: i sad boys di Sally Rooney

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🇮🇪 • Intermezzo, Sally Rooney Editore Einaudi — traduzione di Norman Gobetti 12/2024 Tre libri e mezzo di scetticismo su Sally Rooney. Tre libri e mezzo e ti verrebbe anche da dire ma molla, non fa per te, cosa ti ostini. Però c'è qualcosa . Sotto le frasi asciuttissime di Persone Normali, i personaggi dall'indifferente all'odioso di Parlarne tra amici (ma amici chi?). Qualcosa c'è, fosse anche solo l'Irlanda meno patinata, quella più umida, realistica. Ed eccomi qui a leggere Intermezzo come più o meno tre quarti di mondo e a fare pure fatica a parlarne. Ho sottolineato tantissimo, durante la lettura. Sottolineato aggiungendo pochissime parole, quasi tutte con il punto di domanda alla fine. Non ho divorato il libro, quindi non è per una questione di tempo che mi sento come se mi sfuggisse qualcosa. Ci ho messo tanto, avevo come la sensazione che fosse potenzialmente assuefacente . Dilagante . Elusivo . Sensazioni che si spandono dense come olio ...

In volo sopra la Città (in)visibile: il sogno folle di Bulgakov

🇷🇺 • Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov Editore Einaudi — traduzione di Vera Drisdo Dicembre 2024-Gennaio 2025 "Il maestro e Margherita " è una di quelle matasse che non vuoi sbrogliare, perché il suo roboante, vertiginoso caos è connaturato al romanzo stesso. Sfilare qualcosa dal garbuglio ti fa sentire fuori posto, come se ne cambiassi la composizione: forse tutto quello che c'è da fare è seguirlo e basta. Mai come in questo caso, forse, funziona quella che tecnicamente si chiama " sospensione dell'incredulità " — e funziona alla grande, a lasciarglielo fare: se non lo avete mai letto, immaginate che dalla penna di Bulgakov prenda vita qualcosa che in certi momenti potrebbe aver dipinto Chagall , in altri Picasso , Kirchner o Franz Marc . Aggiungete un tocco delle Città Invisibili di Calvino (la Gerusalemme di Bulgakov non smette di ricordarmi uno dei racconti di Marco Polo), un Ponzio Pilato in preda a un conflitto e a una solitudine molto ...

Il conteggio degli oggetti incantati (meno uno): Il grande Gatsby (dopo i trent'anni)

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🇺🇸 • Il grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald Editrice Feltrinelli  12/2024 Lasciare la Long Island di Fitzgerald ha un sentore di nostalgia che l'autore dissemina come un indizio in un punto apparentemente casuale del romanzo, quando dice che il conteggio degli oggetti incantati è diminuito di uno . Hai come la sensazione che ti rimanga tra le mani polvere dorata, la patina delle cose, quel brillìo fatuo della superficie che qualcuno chiama gilded age , giocando su un oro che non è davvero oro, e nemmeno luccica in maniera così convincente – “ come sfogliare frettolosamente una decina di riviste patinate” . Una vertigine, un giramento di testa. Però splendido: la scrittura di Fitzgerald è impressionista, evocativa, di quella sottigliezza che inanella metafore e sinestesie senza quasi che il lettore se ne renda conto – una cialda di luna , un mondo fragrante di orchidee – è cromatica e cinematografica, corre veloce come ci si aspetta dagli anni in cui l'import...

V13: Parigi, marchiata dalla vita

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🇨🇵 • V13 , Emmanuel Carrère   Edizioni Adelphi 11/24 Su cosa sia V13 forse non c'è nemmeno bisogno di tornare, ci sono recensioni così accurate e acute da far male quasi (quasi) come il libro stesso, ci sono lucidissime analisi di quell'argomento poliedrico e vertiginoso che è l'Io narrante di Carrére, creatura così sfaccettata da meritare uno studio tutto suo. C'è che questo libro arriva però pochissimi giorni dopo averle girate, quelle strade, arriva con quel cielo limpidissimo al centro della Senna, una spina conficcata letteralmente nel cuore — geografico — di una Parigi che probabilmente ogni tanto ha davvero delle giornate spente, solo che io non le ho ancora viste — perfettamente stampato dietro la retina, arriva dopo averci preso sicuramente un croissant o averci perlomeno cercato una crêpe, tra i tavolini del X Arrondissement . Ci ho dormito, sopra quei tetti, sopra quelle strade, ma per qualche ragione non ho mai considerato di passare dal Bat...