La porta – Magda Szabó

La Porta, Magda Szabó

Einaudi Editore – Traduzione B. Ventavoli

28/22 – Aprile




Siamo polvere e ombra. E abbiamo tutti una soglia oltre la quale ne custodiamo i segreti.


[All the lonely people

Where do they all come from

All the lonely people

Where do they all belong]


È un amore al calor bianco, incandescente e reso contraddittorio e sofferto dal rifiuto di sé. Imparare la semantica delle espressioni traccia la via solo fino a un certo punto, ché “una passione non si può esprimere pacatamente, disciplinatamente, morigeratamente, e nessuno può definirne la forma al posto di un altro”. È un amore canino, biblico, fedele al massimo grado, è una promessa, un'adozione, un riconoscimento possibile solo da orfano a orfano. È una cittadella segreta, con una sua legge inflessibile, è calvario laico, è Passione, una soglia di iniziazione scandita da tavole – imbandite per una menzognera ultima cena, Tavole dell'alleanza: nutrire, sorvegliare, educare. Voci del verbo amare.

È un amore irrinunciabile quanto inspiegabile, insieme totalizzante e proporzionato, lucido, che Szabó costruisce in un crescendo di angoscia e commozione, che del legame materno conserva tutte le contraddizioni. Il potere e l'abnegazione, il ricatto morale, la custodia della memoria, l'educazione e il decadimento, la facoltà di dare nomi.


[Lives in a dream

Waits at a window

Wearing the face she keeps in a jar by the door

Who is it for?]


Emerenc rimane orgogliosamente autarchica: scardinata l'intelaiatura che reggeva la sua vita, l'unico riparo è un sudario. Solo i vivi perdono, rimangono a tracciare una linea di confine a loro uso e consumo, a domandarsi fino a che punto abbiamo il diritto di prenderci cura di chi amiamo, di costruire la loro realtà illudendoci di darle contorni sopportabili, di sanare ferite che in realtà sono le nostre, sono il nostro abbandono, sono il nostro tradimento, la nostra colpa, inevitabile, socialmente ammissibile madre degli incubi.


Siamo polvere e ombra. Qualcuno più polvere, e forse dissolversi è liberazione, lascia una mancanza. Qualcuno più ombra, e buona fortuna col sonno, ché l'ombra ha un peso specifico maggiore. 

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