Festa mobile, nostalgia in movimento: la Parigi di Hemingway (che si incrocia con la mia)
A Moveable Feast , Ernest Hemingway Penguin Classics 10/2024 Breve elenco non esaustivo delle cose che Parigi reinterpreta a modo suo e che non sono più le stesse dopo averle vissute: il cielo grigio. Il vino rosso. Ottobre. Il tramonto. Il rumore dei tram. Le barche (di ogni forma e dimensione). Le mani gelate. I cimiteri. I croissant (e sai che scoperta). Le scale. L’odore di cibo. La distanza. L’idea di scrivere. L’umidità. Camminare. Sedersi all’aperto. Leggere i classici. Le nuvole. La erre francese. La mancanza. Il calare dell’autunno. I piani alti dei palazzi. I musei. La notte. La carta. Quei maledetti accenti al contrario che non imparerai mai. Camminare (l’ho già detto? È che si cammina tanto a Parigi, dai, concedetemelo). Le librerie. Le librerie appena aperte. Le librerie piene fino al soffitto. I tempi lunghi. Osservare. I contrafforti. Il paradigma dell’assenza. I corvi e i piccioni sulle ringhiere. Il vin chaude. L’idea che il mondo sia pieno di cose da veder...